lunedì 29 aprile 2013

Parigi da gustare/versione salata

ovvero, qualche dritta gourmands dopo 4 bellissimi giorni trascorsi nella Ville Lumière!

© MissCriticalKitchen
Questa settimana nessuna ricetta, pardon : sono rientrata sabato notte (inoltrata) da Parigi, reduce da quattro meravigliosi giorni nella capitale francese e sono ancora in preda alla "nostalgie de la Ville Lumière" o "mal de Paris" che dir si voglia. Quindi, questo mio post persegue l'unico e bieco scopo di curarmi da questo malessere scrivendone e condivividendo con voi sensazioni e peregrinazioni gastronomiche sperimentate durante questo breve ma intenso soggiorno.


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In Midnight in Paris, Woody Allen fa dire ad Adriana, il personaggio interpretato dalla splendida Marion Cotillard: "Che Parigi esista e qualcuno scelga di vivere in un altro posto nel mondo sarà sempre un mistero per me!"Io ho pensato la stessa cosa quando l'ho vista per la prima volta, ben 18 anni fa (gulp!): ero una matricola universitaria ed è stato un colpo di fulmine istantaneo.
Il nostro amore (quello tra me e Parigi) si è consolidato quando ci sono tornata per la seconda volta, a 23 anni, per fare le ricerche sulla mia tesi di laurea (mi ero proposta l'ambizioso obiettivo di fare un'analisi semiotica di un libro e di un film entrambi francesi, scritti da quella rivoluzionaria di Marguerite Duras per cui DOVEVO, aimè, tornare a Parigi...). 



Questa seconda volta, vissuta con la mia adorata amica Flora (anche lei, come me, laureanda nonchè follemente innamorata della Ville Lumière), abbiamo vissuto Parigi da semi-studentesse, con ricerche in bibliothèque e cinemathèque, corse in metro da una parte all'altra della città, condividendo le avventure nella Maison Universitaire dove alloggiavamo e le serate con amici parigini all'insegna di pain, fromage et bon vin rouge.



Poi la laurea, i mesi in Irlanda, il master e l'arrivo nella splendida Roma, la città della mia vita, mi hanno portata lontano da Parigi; ma lei restava lì, in un angolo del mio cuore, come una vecchia amica lontana che non scorderai mai e che prima o poi rivedrai per il solo piacere di  ricordare insieme i bei tempi andati. E quale migliore occasione se non approfittare del ponte del 25 aprile per tornarci, dopo ben 13 anni dall'ultima volta (ari-gulp), con il mio Ammore che oltretutto non ci era mai stato?

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E quindi eccomi qui, a raccontarvi della mia terza volta a Parigi, la prima da "foodblogger in trasferta". Sì, perchè c'è da dire che le prime due volte, non avendo (quasi) una lira in tasca (si, c'erano ancora le lire, ussignur!), della rinomatissima cucina francese non avevo praticamente assaggiato nulla e avevo una legittima curiosità a riguardo che andava "saziata", in tutti i sensi.


Questa volta sono partita documentatissima: con la Lonely Planet acquistata il giorno prima della partenza in una mano e la guida golosa di Parigi scritta dalla mitica blogger Il Cavoletto di Bruxelles (e dalle sue lettrici) nell'altra...e a seguire troverete un po' di dritte e di consigli che vi do, sulla base della mia esperienza e della mia soddisfazione, nel caso abbiate in programma di andare nella Ville Lumière e mangiare bene senza spendere una fortuna. O anche solo vogliate viaggiare un po' con la mente sognando una delle città più belle del mondo...

Cominciamo dal salato e dai mitici bistrot parisiens. Ho dedicatoun post a Parigi nella sua versione dolce, con le sue superbe patisseries e boulangeries, che potrete leggere cliccando qui...Mais, on commence avec le bistrot parisiens selon Miss Critical Kitchen!
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Se vi trovate sulla splendida Rive Gauche, nel quartiere di Saint Germain, avete appena fatto una bella passeggiata all'Ile de la Citè, attraversato il romantico Point Neuf e desiderate mangiare della vera cucina tradizionale francese, senza fronzoli, senza tanti turisti intorno e senza spendere una fortuna, allora andate nel bistrot Chez Renè Allard (rue Saint-Andrè des Arts 41, l'ingresso si trova al n.1 di Rue de l'Eperon , Metro Saint Michel).

Descritto dalla Lonely Planet come uno dei migliori bistrot della Rive Gauche, anche io lo stra-raccomando:
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è un posto semplice ed essenziale ma curato, si entra dentro ed è come fare un salto indietro di un secolo, nella Parigi di inizio 900. Il personale è gentilissimo, il cibo è superbo e il conto non è salato, considerato che ci troviamo in pieno centro, seppure in una viuzza un po' imboscata.
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E nonostante le mille attestazioni di "bonne cuisine" che ha alla porta d'ingresso (o forse proprio per questo), il posto non è invaso da turisti (o perlomeno, quando siamo andati noi, i nostri vicini di tavolo erano quasi tutti francofoni e dall'aspetto quasi sicuramente parigini doc!).

Io non potevo che ordinare un Boeuf au bourgignon, pietanza della cucina tradizionale francese resa celebre dalla mitica Julia Child: trattasi di uno stufato di carne di manzo cotto nel vino Borgogna, superbe! La carne era tenerissima , la salsa dello stufato commovente e se ci penso mi viene di nuovo l'aquolina in gola. 
Mio marito ha scelto come entrèe una vellutata di zucca, delicata e cremosa, e come piatto principale una cassoulette toulosienne, forse il più tipico dei veri cibi della campagna francese: nascosto sotto uno strato di fagioli cremosi in un tegame di terracotta, la cassoulette contiene salsiccia di maiale e alcuni pezzi di cotenna


Anche questo, vraiment superbe!Le porzioni sono abbondanti, il tutto è stato accompagnato da baguette fresche, buonissime e a volontà, due bicchieri di Borgogna doc alla modica cifra di 30 euro a testa.


Se, invece, vi trovate nel Quartiere latino e e avete voglia di provare della vera cucina francese contemporanea, che coniuga tradizione, creatività e innovazione (sempre a prezzi contenuti), allora dovete assolutamente andare à Le Pre Verre (Rue de Thenard 25, Metro Maubert-Mutualitè).


Lo consiglia la guida golosa di Parigi  del cavoletto di Bruxelle come "il preferito delle bloggers parigine", e quindi non potevamo non andarci.
Il bistrot, molto frequentato, animato e dall'atmosfera piacevolmente parigina , è gestito dai fratelliDelacourcelle.


Si mangia benissimo e ci sono varie opzioni per spendere davvero poco. Se a pranzo scegliete la Formule Dejeuner, come abbiamo fatto noi, mangiate l'entrèe e le plat du jour, con baguette, vino, acqua e caffè a 13,90 euro.Quando siamo andati noi, la Formule prevedeva come entrèe una cruditè di rapa rossa con uovo in camicia, mentre le plat du jour era un arrosto di vitello con crema alle spezie serviti su di un piatto di tagliatelle fatte in casa (non rabbrividite, i francesi spesso usano la pasta come contorno). Anche qui, tutto cucinato benissimo, in porzioni abbondanti e gusto superbo! Consigliatissimo ;)


Se, invece, siete nella splendida Montmartre e volete un po' "disintossicarvi"  da tutta questa carne e queste buonissime salse burrose, allora vi consiglio Au grain de folie (rue de Vieuville, 24, Metro Abesses).


Si tratta di un piccolissimo bistrot vegetariano nel cuore di Montmartre, colorato e simpaticamente disordinato, gestito da oltre 30 anni da Marie Cecile, parigina doc nativa del quartiere. Il cibo è tutto biologico "au cent pour cent" e a km 0 e Marie Cecile spiega e motiva le sue scelte con grande passione, e capisci che ha aperto un posto come Au gran de Folie per passione e non per moda.



Noi ci siamo stati a cena, abbiamo preso un grand Assiette  a testa (è un piatto unico che comprende del riso, 3 cruiditè di stagione, una porzione di legumi cotti, un pezzo di quiche  vegana e del patè vegetale), una bottiglia di vino bianco bio e abbiamo speso una ventina di euro a testa. Pas trop per aver cenato, e bene, nel cuore di Montmarte, vi assicuro.




Ora vi lascio, mes amis, vi confesso che nonostante ve ne abbia scritto un po', Parigi continua a mancarmi...Mi sa che telefonerò a Flora per lenire il mio malessere, solo lei può capirmi ;)
Ps Come vi dicevo, il racconto continua con la Parigi da mangiare in versione dolce...patisseries e boulangerie...qui una piccola anticipazione visiva, restate in contatto ;)



A bientôt, mes amis!


Annarita



2 commenti:

  1. stasera digiuno...già mangiato qui, tutto bbbuonooo!

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    1. Caterina, purtroppo non ce l'abbiamo proprio fatta ad andare da Chartier, mannaggia! anche se avrei tanto voluto...ça sera pour la prochaine fois! Bisous

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